Il fenomeno degli incendi negli impianti di trattamento dei rifiuti è purtroppo caratterizzato da episodi frequenti di maggiore o minore entità. Quali sono le cause di questi eventi?

Partiamo dalle definizioni, l’art. 6 del DLgs 22/97 classifica i rifiuti in due tipi di categorie: quelli urbani (non pericolosi o pericolosi), quindi rifiuti rifiuti domestici provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione, rifiuti provenienti dalla pulizia delle strade o provenienti da aree verdi. Poi ci sono i rifiuti speciali (non pericolosi o pericolosi) che si originano da cicli produttivi o attività agricole, commerciali, di demolizione e costruzione, ecc…
Invece, quando si parla di gestione del ciclo dei rifiuti si intende l’insieme di tutte quelle azioni messe in atto per gestire l’intero processo dei rifiuti, dalla produzione alla raccolta, fino al trattamento e allo smaltimento con l’obiettivo di limitare o annullare l’impatto ambientale e sanitario.

In termini di rischio incendio, la fase dello smaltimento è quella che desta maggior attenzione e interesse, infatti, questo processo richiede quasi sempre una fase di stoccaggio dai tempi molto diversi e ciò comporta, nel migliore dei casi, una giacenza del materiale ridotta, mentre negli altri la formazione di veri e propri ammassi di materiale in giacenza in attesa dello smaltimento.

Tali ammassi, di dimensioni variabili e collocati in aree interne oppure in spazi a cielo aperto sono combustibili e/o infiammabili.

La valutazione dei rischi, in questo caso, viene eseguita con le indicazioni contenute nel D.Lgs 81/08, dalle indicazioni della Comunità Europea e da quelle del Ministero del Lavoro. Quindi si individuano e si analizzano i diversi rischi e le diverse criticità. Parlando di rifiuti composti anche da materiale combustibile o infiammabile tra i fattori di rischio incendio troviamo l’ubicazione, la quantità e la tipologia del materiale. Quest’analisi si conclude con la redazione delle misure di prevenzione e protezione.

Le cause di incendio in un ammasso di rifiuti possono essere:

– Materiale di stoccaggio in autocombustione
– Utilizzo di fiamme libere o corpi incandescenti
– Elettricità statica nella movimentazione dei materiali
– Mozziconi di sigarette
– Presenza di materiale combustibile o infiammabile
– Presenza di comburente
– Urti tra macchine mobili
– Errore umano o dolo
– Fattori incidentali esterni o indipendenti dalla attività

La valutazione della probabilità dipende dalle caratteristiche del luogo e perciò ogni area deve essere soggetta ad un’analisi specifica. Anche i danni possono variare e dipendono ancora da ubicazione, quantità e tipologia del materiale.

Lo scorso dicembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Bando ISI 2018 che mette a disposizione delle imprese quasi 370 milioni di euro, si tratta di un’iniziativa promossa dall’INAIL che dal 2010 cerca di incentivare le organizzazioni nella realizzazione di progetti con l’obiettivo di migliorare le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

1. Chi può partecipare

Tutte le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura possono presentare la domanda di partecipazione.

2. Quali sono i progetti ammessi a finanziamento

Le risorse a disposizione verranno suddivise in 5 Assi di finanziamento:

– Asse 1) Progetti di investimento per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
– Asse 2) Progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi;
– Asse 3) Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto;
– Asse 4) Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività;
– Asse 5) Progetti per micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli.

3. Criterio di assegnazione

I finanziamenti saranno assegnati fino ad esaurimento dei fondi, secondo l’ordine cronologico di invio delle domande. Le imprese le cui domande si collocheranno in posizione utile saranno ammesse al contributo.

4. Ammontare del contributo richiedibile

Il contributo a fondo perduto richiedibile, in conto capitale, è concesso nella misura del 65% dei costi sostenuti per l’investimento sino a un massimo concedibile di 130.000€ per gli Assi 1, 2, 3, e fino ad un massimo di 50.000€ per l’Asse 4.
Il finanziamento concesso sarà invece dal 40% al 50%, con un massimo erogabile di Euro 60.000€ per l’Asse 5.

5. Tempi di presentazione della domanda

Le domande di partecipazione possono essere presentate esclusivamente in via telematica. Dall’11 aprile 2019 fino al 30 maggio 2019, sul sito www.inail.it, sarà possibile compilare la domanda online e seguire il percorso guidato per accedere ai finanziamenti.

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